Stemma della Comunità Cristiana

ESEGESI DELLO STEMMA DONATO ALLA COMUNITA’ INTERPARROCCHIALE DI PORCARI – RUGHI- PADULE IN OCCASIONE DEL XXV° DI ORDINAZIONE SACERDOTALE DEL PROPOSTO DON AMERICO MARSILI

“Alla Croce d’oro caricata dell’alfa e l’omega al centro, d’argento nel primo quarto alla stella a otto punte d’oro caricata dal monogramma di Maria Ss.ma coronato di dodici stelle di blu; di rosso nel secondo quarto caricato da mitria bianca e oro e tre pani; d’argento nel terzo quarto caricato da cuore d’oro con fiamm

e sovrastanti; di rosso nell’ultimo quarto caricato da sei rose d’argento. Lo scudo è timbrato da galero con cordoni e fiocchi in numero di dodici, disposti sei per parte in tre ordini di 1, 2,3.”

Sotto lo scudo, nella lista svolazzante d’argento, il motto in lettere maiuscole di nero:

“UT UNUM SINT”.

Lo stemma che abbiamo donato alla nostra Comunità Interparrocchiale può apparire fuori luogo a prima vista: richiama tempi che furono, gesta cavalleresche, titoli nobiliari… non è tutto questo che vogliamo abbiamo voluto significare,donando al Proposto Don Americo Marsili  ed alla nostra, Comunità, uno stemma.

Il vero significato di questo stemma sta in quello che ci spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica e cioè che…“Nella vita umana segni e simboli occupano un posto importante. In quanto essere corporale e spirituale insieme, l’uomo esprime e percepisce le realtà spirituali attraverso segni e simboli materiali. In quanto essere sociale, l’uomo ha bisogno di segni e simboli per comunicare con gli altri per mezzo del linguaggio, di gesti, di azioni. La stessa cosa avviene nella sua relazione con Dio” (catechismo della Chiesa Cattolica).

Se analizziamo lo stemma, con i suoi simboli, possiamo notare che esprime in modo sintetico la nostra realtà di unica Comunità Pastorale e del cammino che, sotto la guida del Parroco, stiamo facendo.

Per meglio comprenderne il significato, analizziamo insieme le varie parti:

Nel primo quarto troviamo la stella dorata a otto punte: da sempre la stella è sinonimo di guida per gli uomini. Nella bibbia una stella d’oriente guidò i magi alla grotta di Betlemme ad adorare quel bambino che sarà chiamato da Zaccaria “Luce delle Genti”. La stella simboleggia il Cristo. La Emme sormontata dalle dodici stelle simboleggia la donna dell’Apocalisse, Maria, a cui è dedicata la Chiesa di Rughi. Maria che da secoli le nostre genti venerano come protettrice, invocata nella prova e nella malattia, liberatrice di queste terre dal morbo del colera nei secoli passati, madre e sorella nostra, colei che, nella rappresentazione artistica ci indica sempre Gesù, Via, Verità e Vita.

Nel secondo quarto riconosciamo la mitria vescovile e tre pani: ci richiamano San Giusto patrono della Propositura. La mitria indica anche la guida per il popolo cristiano, l’apostolo custode della Parola di Vita, il pastore che nutre il suo popolo con il pane di vita, l’Eucarestia, e dunque ci richiama al sacerdozio, ministero indispensabile per la Chiesa. La mitria ci ricorda anche i due vescovi che la nostra Comunità ha dato nei secoli alla Chiesa: Paganello da Porcari, vescovo di Lucca dal 1274 al 1300 (anno della morte) e Mons. Domenico Fanucchi, già vicario generale della nostra diocesi e successivamente vescovo di Città della Pieve, e tutte le altre figure di sacerdoti, religiosi e religiose che nei tempi questa Comunità ha generato.

Nel terzo quarto troviamo il cuore sormontato da una fiamma…E’ il Sacro Cuore di Gesù a cui è dedicata la Chiesa di Padule. Il Cuore inoltre simboleggia la vita, la passione, il centro dei sentimenti più nobili, l’amore che Cristo ci ha donato e continua a donarci.

Infine nell’ultimo quarto troviamo sei rose d’argento: è lo stemma dei Di Poggio, nobili di queste terre nel passato. E’ il richiamo alla nostra terra, alla nostra storia, alle nostre radici… Nessuna pianta si slancia verso il cielo se non ha ben piantate le sue radici nel terreno, né può superare le intemperie se queste non sono solide e profonde. Così è per la Comunità Cristiana. E’ il monito a stare ben saldi nella Fede, attingendo continuamente alla Parola di Vita e nutrendosi del Corpo di Cristo per proiettarsi nel suo futuro incontro al suo Signore. E’ il monito a non dimenticare da dove veniamo, senza lasciarsi imprigionare dal passato, e ad affrontare il nostro cammino, tutti insieme, sulla strada che il Signore apre davanti a noi, senza timore, perché Lui è al nostro fianco.

Tutte queste realtà sono “abbracciate e raccolte” dalla grande Croce d’Oro che attraversa tutto lo scudo, e le riassume in sé in una cosa sola. La Croce di Cristo che è il nostro unico bene, la nostra unica speranza, il nostro “Tutto”.

Cristo, l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine, nel quale tutta la storia, la nostra storia, sarà ricapitolata e presentata al Padre.

Infine lo stemma è sovrastato dal galèro, il cappello ecclesiastico, nero, con i dodici fiocchi. Nella simbologia ecclesiastica simboleggia il titolo che spetta al parroco di Porcari, cioè il titolo di “Proposto”. E’ con Decreto del 2 aprile 1914 che l’Arcivescovo Marchi stabilisce che i parroci di Porcari saranno chiamati in questo modo. Ma il galèro che sovrasta ed abbraccia lo stemma simboleggia anche il parroco che guida la comunità, e i fiocchi ai lati rammentano le braccia del pastore che abbraccia e raccoglie nell’unità le sue pecore.

UT UNUM SINT – “affinchè siano una cosa sola” racchiude tutto il significato dello stemma ma è anche il monito per tutti noi affinché nel nostro essere, agire e sperare, tutto in noi sia finalizzato all’unione in un solo popolo sotto la guida del proprio pastore.

Dato a Porcari, nella Propositura di San Giusto, il terzo giorno del mese di luglio, Anno Domini 2016